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Il gatto Zorba - da "La gabbianella e il gatto", Ciao Ciccio!

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katia_k
icon12  view post Posted on 9/8/2011, 00:23




"Il gatto Zorba" da "La gabbianella e il gatto".

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Ho appena ricevuto la prima copia del mio ultimo romanzo, che ho scritto pensando ai miei tre figli, Sebastian, che ha undici anni, e i gemelli Max e Leòn, che ne hanno otto. Scriverlo è stato un atto d'amore verso di loro, e verso il personaggio centrale, il gatto Zorba, un gatto nero grande e grosso, che per molti anni è stato il nostro compagno di sogni, racconti, avventure.
Oggi, mentre mi veniva consegnato il primo esemplare del libro, un veterinario visitava Zorba, afflitto da una malattia che, in un primo momento, gli ha dato inappetenza, tristezza, malinconia e, alla fine, gli ha reso drammaticamente difficile respirare. Sono andato a riprenderlo nel pomeriggio, e il medico mi ha dato una terribile sentenza: "Mi dispiace tanto, ma il gatto ha un cancro ai polmoni. Molto avanzato".
I paragrafi conclusivi del romanzo parlano degli occhi del gatto nobile, di un gatto buono, di un gatto di porto, perché Zorba è tutto questo e molto di più. Entrò nella nostra vita proprio quando nasceva Sebastian e, con il tempo, si è trasformato, da gatto di casa, in un compagno in più, un amato compagno a quattro zampe dal ron ron melodioso.
Lo amiamo, questo gatto. E nel nome di questo amore mi è toccato riunire i miei figli per parlare loro della morte. Sono così piccoli e così puri. Così ingenui e così fiduciosi. Così nobili e generosi. Ho lottato per trovare le parole giuste, con le quali spiegare loro due terribili verità.
La prima, che Zorba, a causa di una legge che non abbiamo inventato noi, ma alla quale siamo costretti a sottostare, prescindendo dall'orgoglio, morirà, come tutto e come tutti. Unica differenza: gli succederà fra pochissimo tempo.
La seconda, che noi possiamo evitargli una morte atroce e dolorosa, perché l'amore non significa soltanto fare la felicità dell'essere che amiamo, bensì risparmiargli il dolore e preservare la sua dignità.
So bene che le lacrime dei miei figli mi accompagneranno tutta la vita. Come mi sono sentito povero e incapace, di fronte alla loro mancanza di difese. Come mi sono visto debole di fronte all'impossibilità di dividere con loro la collera, i rifiuti, gli inni alla vita; debole di fronte alla speranza nascosta in ogni loro domanda, in ogni loro argomento.
La morale è un attributo o un'invenzione degli uomini? Come spiegare loro che è nostro dovere preservare la dignità e l'integrità di questo esploratore dei tetti, di questo avventuriero dei giardini, cacciatore di topi, sempre pronto ad arrampicarsi su castagni e querce, attaccabrighe e protagonista delle nostre conversazioni e dei nostri sogni?
Come spiegare loro che ci sono malattie che hanno bisogno del calore e della compagnia delle persone sane, mentre ne esistono altre che significano solo agonia, pura, indegna e terribile agonia? E come rispondere al drastico perché lui?
Si. Perché lui?
Il nostro compagno di passeggiate nella Foresta Nera - che matto, quel gatto, sussurrava la gente vedendolo correre assieme a noi o appollaiarsi sul manubrio di una bicicletta.
Perché lui? Il nostro gatto di mare che ha navigato con noi su un veliero nelle acque del Kattegat. Il nostro gatto che, appena si apriva la portiera dell'auto, saltava dentro con un balzo, felice all'idea di viaggiare.
Perché lui? A che mi serve tutto quello che ho vissuto fin qui, se non trovo risposte a una simile domanda?
Abbiamo parlato facendo cerchio attorno a Zorba, il nostro gatto, il nostro amato compagno, che ci ascoltava con gli occhi chiusi, pieno di fiducia, come sempre. Ogni parola, inframmezzata di singhiozzi, cadeva sul suo nero mantello come una carezza, confermandogli la nostra solidarietà, e dicendogli che poco a poco, il nostro amore per lui ci portava verso la più dolorosa delle scelte.
Finalmente i miei figli, i miei piccoli uomini, i miei teneri e duri uomini, hanno mormorato il sì. A Zorba sarà fatta un'iniezione che lo addormenterà. Che in sogno lo porterà in un mondo senza cani e senza neve, pieno di tetti grandi e soleggiati, di alberi infiniti. E lui, dalla cima di uno di questi, ci guarderà, per ricordarci che mai si dimenticherà di noi.
E' notte, mentre scrivo; Zorba, che respira appena, riposa ai miei piedi. Il suo mantello splende sotto la luce della lampada. Nelle mani, mentre lo accarezzo, tanta tristezza e un senso di impotenza. Egli è testimone di tante pagine. Ha condiviso con me la solitudine e il gran vuoto che ti arrivano addosso dopo aver messo il punto conclusivo a un romanzo.
Gli ho recitato i miei dubbi e le poesie che penso di scrivere, un giorno.
Zorba.
Domani, per amore, ti perderò, grande compagno.


(Luis Sepùlveda)



Ciao, Ciccio!!!

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lorella64
view post Posted on 9/8/2011, 18:25




...."La seconda, che noi possiamo evitargli una morte atroce e dolorosa, perché l'amore non significa soltanto fare la felicità dell'essere che amiamo, bensì risparmiargli il dolore e preservare la sua dignità."

Bellissime parole. Credo sia terribile dover prendere una decisione del genere, il coraggio di farlo è solo prova di grande amore....

Non sono brava con le parole e questo è un argomento molto delicato da trattare ma sono anch'io della stessa opinione,

Grazie per averlo messo Federica!
 
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federica_f
view post Posted on 9/8/2011, 22:26




Ha colpito anche te!
Non poteva,l'autore,saper meglio descrivere,il rapporto tra lui ed il suo amico a quattro zampe,così come commuove in maniera empatica la descrizione della decisione di lenire la sofferenza,il riunirsi della famiglia attorno all'amico malato ed il trovare il modo per poterlo dire ai propri cuccioli d'uomo.
Ciò che colpisce ,e che poi è il motivo per cui è stata presa a prestito questa pagina di libro,è che traspare tutta lo sofferenzavissuta da chi ha da poco perso la sua Principessa.
Avrei voluto essere io a fare tale citazione,avrebbe significato di non aver sottovalutato in tutti questi anni il sudetto Libro/Film,ma è una perla che ci da Katia;è suo il post non mio.



Ciao Ciccio
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Edited by federica_f - 10/8/2011, 00:28
 
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katia_k
view post Posted on 9/8/2011, 23:36




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La morte di un nostro gatto o di un nostro cane è un evento traumatico che prima o poi tutti noi abbiamo affrontato o dovremo affrontare.

E' una separazione pesante e dolorosa a cui non riusciamo subito a dare una connotazione razionale.

La morte porta con sè un bagaglio di sofferenza inaccettabile che ci scatena reazioni difficili da gestire.

Affrontare una malattia incurabile dei nostri animali significa essere testimoni di una lunga sofferenza, significa fare disperati tentativi di terapie e cure, significa sperare in un miracolo.

Vivere la morte improvvisa di un nostro amico per colpa di un incidente o di un fatto improvviso è come una porta sbattuta in faccia.Di colpo siamo colti da quella incredulità angosciante, da quello sgomento improvviso che ci fa saltare il cuore in gola, ci toglie quasi il respiro in quel modo bruciante in cui solo il dolore può fare.

E la scelta dell'eutanasia è un passo difficile e pieno di incertezze, ci sentiamo legati ad una creatura che non ha speranze, che sta soffrendo e quando vediamo con i nostri occhi quanto sia devastante il dolore fisico ci arrendiamo alla razionalità di poter mettere fine ad una agonia inutile.

Quante difficoltà incontriamo a vivere la morte di un essere a cui vogliamo bene!

Quanto è difficile riordinare le cose che erano sue, togliere i giochi, mettere in ordine la cuccia, chiudere i sacchetti dl cibo, togliere tutte le sue copertine...

Nei confronti di un animale si vive un senso di colpa pungente.

Siamo noi a capire dai suoi silenzi che sta male, siamo noi ad aver paura di non comprendere tutto, di non aver fatto abbastanza, di non aver provato tutte le strade.

Non c'è una logica a cui appellarci, il distacco fa terribilmente male.

Un cane è un amico, è l'estensione del nostro corpo, sempre al nostro fianco, sempre presente con i suoi occhi dolci che ci guardano adoranti.La sua fedeltà, la sua lealtà, la sua intensa compagnia, il suo cercare le nostre mani per una carezza, la sua coda scodinzolante, il suo modo di proteggerci, di difendere la nostra casa, di stare sempre in prima fila di fronte ad un pericolo, il suo modo così pieno di gioia di giocare con noi.

Un gatto è il nostro complice, è l'estensione della nostra mente, presenza silenziosa e discreta capace di entrare in punta di zampine nel nostro cuore e di rimanervi per sempre.La sua magia, la sua sensibilità, il suo comprendere i nostri umori, quel muso sempre pronto a strusciarsi a noi, il suo miagolio dolce e modulato, la sua coda dritta a darci il saluto, i suoi occhi socchiusi lentamente per esprimere il suo benessere, la sua serenità, il suo affetto.

Non ci si può staccare facilmente da generatori di sentimenti così profondi e in effetti non si deve farlo.

Amare è un mondo a sè, è una dimensione diversa dove non esiste nè vita nè morte, solo emozioni pure, pulite, libere da umane contaminazioni, genuine e vere.

Amare vuol dire non dimenticare, non sostituire, non rimpiazzare, ma vuol dire anche amare sempre, ancora, contro le leggi di una Natura che rende i nostri affetti meno longevi di noi.

Amare vuol dire non dimenticare tutte quelle creature che vagano sole in cerca di affetto, che sono chiuse nei canili dopo essere state abbandonate, picchiate, maltrattate, dopo aver sofferto la fame e la sete.

Amare vuol dire non dimenticarsi di quelle creature che vagano per strada, lottando ogni minuto per sopravvivere, per un boccone di cibo, per un pò di calore, per un riparo dalla pioggia, con il pericolo costante di essere investite da un'auto, picchiate o avvelenate da qualche balordo.

Creature in balia di un destino crudele, senza una carezza, senza un aiuto, senza una parola, creature immerse in un silenzio che vuol dire abbandono indiretto, ma consapevole e silente di chi vede e non fa niente, di chi vede e si volta dall'altra parte.

Ed è qui che si trova un senso anche alla morte.

La morte è anche rinascita.

E la rinascita è un'altra possibilità, è un'altra apertura verso la vita, verso le emozioni.

Aprire le braccia verso un nuovo affetto è un atto di amore verso le creature che ci hanno lasciato, è il segno che quello che ci hanno insegnato in maniera così intensa e profonda non andrà perduto.

I nostri cani e i nostri gatti hanno scavato nel nostro cuore con la loro silenziosa e armoniosa purezza e vi hanno messo radici forti e vigorose.Radici che non moriranno mai, ma che metteranno nuovi germogli da cui nasceranno nuovi amori sinceri e incondizionati.

Da quelle stesse radici che ci hanno arricchito l'anima nasceranno nuovi sorrisi, nuove coccole per un musetto diverso, per uno sguardo diverso, per una creatura diversa.

Ma le radici saranno sempre le stesse, sempre verdi, sempre fertili, sempre pronte a generare amore.

Questo è il regalo che i nostri amici ci fanno mentre dignitosamente ci lasciano.

E noi non possiamo non accettare questo regalo.

Amare è la sola risposta alle nostre domande, ai nostri dubbi, alle nostre incertezze.

L'Amore è l'unica forza più grande di tutto, l'unica che può vincere anche la morte.

Non dimentichiamolo mai.


Fonte: QUI
 
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katia_k
view post Posted on 11/8/2011, 16:29




C74_SayingGoodbye

La morte non è niente

La morte non è niente.
Sono solamente passato dall'altra parte:
è come fossi nascosto nella stanza accanto.
Io sono sempre io e tu sei sempre tu.
Quello che eravamo prima l'uno per l'altro lo siamo ancora.

Chiamami con il nome che mi hai sempre dato, che ti è familiare;
parlami nello stesso modo affettuoso che hai sempre usato.
Non cambiare tono di voce, non assumere un'aria solenne o triste.
Continua a ridere di quello che ci faceva ridere,
di quelle piccole cose che tanto ci piacevano
quando eravamo insieme.

Prega, sorridi, pensami!
Il mio nome sia sempre la parola familiare di prima:
pronuncialo senza la minima traccia d'ombra o di tristezza.
La nostra vita conserva tutto il significato che ha sempre avuto:
è la stessa di prima, c'è una continuità che non si spezza.

Perché dovrei essere fuori dai tuoi pensieri e dalla tua mente, solo perché sono fuori dalla tua vista?
Non sono lontano, sono dall'altra parte, proprio dietro l'angolo.
Rassicurati, va tutto bene.
Ritroverai il mio cuore,
ne ritroverai la tenerezza purificata.

Asciuga le tue lacrime e non piangere, se mi ami:
il tuo sorriso è la mia pace.

(Henry Scott Holland)

 
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katia_k
view post Posted on 12/8/2011, 13:24




Ho trovato un'altra bellissima poesia riguardo i sentimenti di questi giorni...



"Il trambusto in una casa
è l’attività più solenne che si svolga sulla terra
il mattino che segue la morte.
Si spazzano i cocci del cuore
con cura si ripone l’amore
che non vorremmo più usare
fino all’eternità.”

(E.Dickinson)

 
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5 replies since 9/8/2011, 00:23   947 views
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